“La croce diversa” è un romanzo storico.
Un racconto che si sviluppa fra il X e l’XI secolo. Al centro, il papato di Urbano II. La storia dell’Europa che si riaccende. La prima crociata, l’eclissi dell’impero romano d’oriente. L’espansione della cultura islamica ed il perenne conflitto fra i tre monoteismi.
In Italia, il regno normanno. La sua influenza nella definizione del potere spirituale e temporale dei papi. Melfi, la capitale politica di questo regno. Acerenza, la guida spirituale. La Lucania al centro della rinascente storia del Sud. Cerniera, attraverso il Mediterraneo, fra i due mondi.
Sono i concili di Melfi e di Piacenza a definire le alleanze italiche per la prima crociata.
E c’è un personaggio storico che si muove proprio fra Piacenza, Costantinopoli, Gerusalemme e Melfi, fino a Potenza. Un cadetto piacentino, un marchese: Gerardo de La Porta. Sarà cavaliere, crociato, sacerdote, vescovo di Potenza e poi santo.
Il romanzo si nutre delle traiettorie di Gerardo de La Porta.
Intorno a lui due storie d’amore straordinarie. Un’avventura incessante alla ricerca della felicità, passando attraverso il dramma del distacco, della guerra, degli stenti e del conflitto inesauribile fra il bene ed il male incarnato, con profondo rispetto della storia, delle vicende umane di ogni singolo personaggio.
Nel corso della lettura emergeranno le figure di due donne. Lisa d’Albi e sua figlia Aurora. La loro è una stirpe eretica. Il padre di Lisa è Piero d’Albi, il capo dei càtari in Italia. Gli eretici rappresentavano una spina nel fianco per la chiesa romana. In realtà il loro radicalismo religioso richiamava all’urgenza di restituire il vangelo di Cristo alle sue origini.
Ma Lisa ed Aurora inseguono i loro sogni e vogliono ricucire gli affetti che il destino crudele ha strappato loro. Lo faranno? Ci riusciranno?
Potenza entrerà un po’ alla volta dentro questa storia per uscirne rigenerata e ricostruita, per dare un senso compiuto all’epicentro della lucanità.
La storia di un popolo e del suo santo più amato è la storia de “La croce diversa”.