“Non mi fate decantar la mia Lucania, perché la amo troppo”

La seconda tappa di “Cibando Alighieri Dante” incanta ancora una volta Matera

“Non mi fate decantar la mia Lucania, perché la amo troppo”

Non serviva altro. Bastava questa frase, spontanea e struggente, per aprire una serata che sarebbe stata molto più di una cena: un atto d’amore. Per la Terra, per la parola, per il cibo che racconta, unisce, rivela. A pronunciarla, come sempre con l’anima prima ancora che con la voce, è stato Chef Federico Valicenti, protagonista della seconda tappa della rassegna “Cibando Alighieri Dante”, a Matera.

Una rassegna che è un viaggio – e non solo gastronomico – nel cuore profondo della Basilicata, attraverso piatti che diventano versi, e racconti che profumano di origano, pane appena sfornato e memoria contadina.

Dopo il successo della serata inaugurale dell’11 marzo, anche questa seconda cena ha avuto come cuore pulsante la presentazione del libro “Cibando Alighieri Dante”, edito da Universosud Edizioni. Un libro unico, in cui il Sommo Poeta viene attraversato da uno sguardo nuovo, saporito, tutto lucano. Dante, in queste pagine e in queste cene, non è solo il maestro della parola, ma anche il custode di una simbologia del cibo che affonda le radici nel Medioevo e risuona ancora oggi con potenza.

E quale modo migliore per cominciare se non dall’origine?
Omne vivum ex ovo – Tutti i viventi nascono da un uovo!” ha ricordato lo chef. È con questa citazione, scolpita nei testi danteschi e nel cuore della sua filosofia culinaria, che ha introdotto la prima portata della serata: il suo celebre uovo fritto con tartufo. Un piatto che non è solo una prelibatezza, ma una dichiarazione di poetica: tutto inizia da lì, dalla semplicità apparente di un uovo, dal mistero della vita che si schiude e si offre.

Tra una portata e l’altra, Valicenti ha condotto i presenti in una narrazione fatta di storie, radici, battute e saggezze antiche. Ha difeso con fierezza la “cucina topica”, quella che nasce in un luogo preciso, in un tempo che si tramanda, e che nulla ha a che fare con la prevedibilità della cucina “tipica”, quella che si adatta, si veste da cartolina e spesso si svuota.

La sua è una cucina ancorata alla “terra che mi tiene fermo”, come ama ripetere. Una cucina che non si muove per seguire le mode, ma resta radicata, fedele, orgogliosa. Come lui. Come la Basilicata che ama e che racconta, “dove il pane sa ancora di grano.”
In quella frase c’è tutto: la verità di un tempo che si fa presente, la lotta contro l’omologazione del gusto, la necessità di restituire dignità alle cose semplici, vere, necessarie.

La serata si è snodata tra sapori autentici e parole che scaldano, come una poesia che si mastica lentamente. Matera ha ascoltato e assaporato, ancora una volta, la cibosofia di Chef Valicenti, che ha saputo – come sempre – unire riflessione, passione e una profonda, incrollabile devozione per la sua Lucania.

E se ieri eravamo lì per parlare di Dante, forse ci siamo scoperti tutti un po’ Virgilio, guidati dalla luce di una cucina che illumina, nutre, salva.

La rassegna prosegue con altre due tappe. Ma noi, anche solo per una sera, ci siamo sentiti a casa.

Per chi si fosse perso la prima serata dell’11 marzo, ecco il racconto: Un viaggio tra storie e sapori: la Cibosofia di Chef Federico Valicenti incanta Matera

Se anche tu vuoi attraversare i versi di Dante con il gusto e il cuore di Federico Valicenti, il libro Cibando Alighieri Dante è disponibile sul nostro sito: un viaggio imperdibile tra parola, sapore e identità.

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