O Strómmëlë – Le tante storie e i fatti di questo libro sono riportati sulla pagina esattamente così come si sono fissati nella memoria e sono stati, da sempre, raccontati. Ne viene fuori quasi un racconto unico che, partendo da uno sguardo privato (l’autobiografia è un pretesto), si fa collettivo, un documento – ora leggero e divertito ora di maggiore intensità – in grado di ricostruire la geografia, anche umana, del paese: i volti, i nomi, le botteghe e le case, le storie del vicinato, i legami e i rapporti, il senso autentico di comunità; e poi i giochi, le tradizioni… tutto il paese (che è Rivello, ma che potrebbe essere anche un altro paesino della Basilicata, del Sud o dell’Italia interna) ri-vive in queste pagine e ciascuno ri-trova il suo posto in quell’orizzonte rarefatto ma ancora reale e vivo, radice imprescindibile dell’oggi, “memoria collettiva finta di poesia”, “storia di tutti che può essere affidata […] al patrimonio del paese e costituire corrimano e ricchezza per i figli dei figli”,
come ha evidenziato lo scrittore e saggista Raffaele Nigro nella sua preziosa, icastica prefazione al testo.
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